martedì 14 giugno 2016

UDIENZA DEL 13-06-2016 - IL PM CHIEDE 13 CONDANNE


«Nessun dubbio che fosse carbone». E nessun dubbio, 
a parere dell'accusa, che almeno dal 2005 l'Enel fosse consapevole degli spolveramenti in quel di Cerano, diffusione di polveri di minerale avvenuta in danno degli agricoltori proprietari o conduttori di terreni nei pressi dei 13 chilometri di nastro trasportatore e del carbonile della centrale Federico II. Sì da ipotizzare già allora un progetto di copertura poi messo in cantiere molto dopo, attualmente in corso di realizzazione e solo parzialmente concluso. Quasi quattro anni dopo l'avvio del processo il pm Giuseppe De Nozza, che ha coordinato un'inchiesta molto articolata condotta dai poliziotti della Digos, ha ribadito la propria posizione. Anche dopo l'analisi in contraddittorio di testimonianze e consulenze. E ha chiesto la condanna a 3 anni di reclusione (senza le attenuanti generiche) per 13 dei 15 imputati, quasi tutti manager Enel all'infuori di due imprenditori locali. Per gli altri due, entrambi dirigenti dell'azienda, è scattata la prescrizione, invocata proprio dalla pubblica accusa.