Altra udienza, altre testimonianze.
Si inizia, così, procedendo all’esame dei restanti
previsti. Subito con un agricoltore che con
voce a tratti rotta dall’emozione, ripete cose ormai ascoltate da ogni
teste, ma la denuncia delle coltivazioni “insudiciate” dalle polveri di carbone
e portate a distruzione perché invendibili stavolta è a nome del padre, ormai
deceduto per tumore al polmone, e della madre, anche lei stessa sorte. Finisce
la deposizione e ne segue un’altra e poi un’altra ancora e più che assistere a testimonianze su un processo
per “imbrattamento”, sembra un bollettino di guerra: padri, madri, sorelle,
fratelli, tutti deceduti per tumori o linfomi, o con malattie autoimmuni, o con
disturbi tiroidei o problemi respiratori.
Gli Avvocati dell’Enel chiedono se sono state fatte delle
perizie che stabiliscono le cause dei decessi. Purtroppo no! Chiedono se per
caso erano fumatori…insomma la solita solfa trita e ritrita.
Arriva il turno del Dott. Michele Trotti, agronomo e consulente
dell’Enel dal 2000 fino al 2008.
A lui veniva chiesto di verificare, in seguito a
lamentele dei contadini e di Coldiretti, la presenza della polvere nerastra
sulle colture adiacenti al nastro trasportatore, alle Torri di snodo e al
carbonile (scoperto).
Venivano così prelevate foglie, strofinate con cartoncino
per elaborarne il livello di danno al raccolto per l’eventuale risarcimento,
inquadrabile in una scala da 1 a 5.
Non gli è mai stato chiesto di approfondire di che natura
fosse l’insudiciamento, né ha mai ricevuto comunicazione negli 8 anni di
collaborazione di risultati di analisi fatte da Enel, ma per quella che è la
sua esperienza e professionalità ed escludendo tutti gli altri possibili
fattori (prodotti anticrittogamici, fumaggine, terriccio..etc), ritiene essere
polvere di carbone, malgrado gli Avvocati della difesa con domande confuse e incalzanti, abbiano
cercato di far ammettere al Trotti che le perizie da lui fatte in realtà non
“provavano” che si trattava con certezza di polveri di carbone. Poteva essere
il fungo (fumaggine) o i roghi accesi dai contadini.
Lo stesso Dott. Trotti dichiara, senza mezzi termini, di
aver fatto presento ad Enel (sia nelle sue perizie che in maniera informale)
che l’incarico ricevuto meritava di essere approfondito ed ampliato attraverso
l’utilizzo di strumenti specifici che andassero oltre “l’analisi visiva” delle coltivazioni.

Infine nel 2005 gli viene commissionato un Progetto di
ambientalizzazione intorno alle Torri e alla collinetta del carbonile, un bel
progetto che l’agronomo sviluppa, tenendo presente la vicinanza al mare,
l’esposizione ai venti, la vicinanza alla riserva Saline Punta della Contessa e
al Bosco di Cerano, con piantumazione di vegetazione autoctona e con piante
Pioniere (le piante pionere sono piante che attecchiscono in terreni con
pessima fertilità), ma che ha come unica finalità la “mitigazione dell’impatto
visivo e paesaggistico”. Insomma è sempre la solita storia, i cittadini si
preoccupano di vita, di morte, di lavoro, ma l’Enel si preoccupa solo
dell’ ”Immagine”.